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Trovare le parole giuste: il fattore X

Trovare le parole giuste dipende da un fattore X imprescindibile: il contesto comunicativo.

Il contesto comunicativo è un ambiente espressivo dinamico che si forma dall’incontro di:

  • Tipo di relazione;
  • Cultura linguistica e sociale;
  • Storia;
  • Emozioni in gioco;
  • Intenzioni;
  • Obiettivi.

L’analisi del contesto comunicativo ci guida alla scelta di alcune parole, a scartarne altri e, in soldoni, a trovare le parole giuste.

Qualche tempo fa ho letto la “La zona d’interesse” di Martin Amis e ho incontrato la parola sonder

Sonder è l’abbreviazione di Sonderkommando, un’unità che, nei campi di concentramento nazisti, era composta da deportati, per lo più ebrei, addetti alla rimozione dei corpi dalle camere a gas e alla cremazione. 

Non avevo incontrato prima questa parola o, forse, non mi ci ero soffermata con spirito critico perchè, ancora, non conoscevo l’omografa francese sonder

Da poco, infatti, so che quest’ultima è stata scelta per indicare l’emozione di quando si prende coscienza della storia altrui e si scopre che ogni individuo ha una storia con le sue complessità – anche la persona che più sembrava indenne da peripezie o quella di passaggio davanti a noi al banco della frutta.

Sonder è uno di quei momenti di profondità del sentire in cui ti sorprendi all’improvviso e, per qualche attimo, il mondo sembra ruotare in modo diverso. 

Per curiosità ho cercato online e ho scoperto che…

… ci sono aziende e prodotti che portano il nome sonder affidandosi ai significati del dizionario: speciale, in tedesco; sondare e penetrare, in francese. 

La sola ricerca sul dizionario, lo dico sempre in consulenza, per certi tipi di testi e creazioni linguistiche, non basta! Serve conoscere i retroscena di utilizzo delle parole per evitare errori grossolani nel già periglioso universo delle scelte lessicali. 

No, non diventa tabù! Ci vuole, però consapevolezza del contesto comunicativo per non creare incomprensioni che minano la credibilità professionale.

Per esempio, un’azienda francese che vende sonde può scegliere un nome evocativo di sonder con naturalezza; un’ente di beneficienza tedesco innamorato dell’emozione sonder, deve ricordare che nella storia culturale del suo paese sonder ha significato altro. Sarà meglio scegliere un altro nome. 

Lavoro in questo modo quando cerco i nomi per i servizi delle mie clienti e dei miei clienti. 

Il paradosso nel mio modo di lavorare è che quando scrivo un testo e, ancor più quando mi viene chiesto di creare un nome, parto dall’assunto “critica abolita“. 

Sembra un paradosso, vero? Mi chiedo molta attenzione al contesto e al contempo abolisco la critica? Come concilio le due cose? Inizio scrivendo senza pormi limiti e veti, con la consapevolezza che ogni micro dettaglio potrà essere spunto per la creazione del risultato.

Poi cambio direzione e accendo la critica a livello mille: questo è il momento in cui lo spirito critico mi serve a piena potenza, per non incappare superficialmente in errori comunicativi. 

Questo passaggio è più semplice quando si scelgono parole della propria storia culturale e linguistica. Se, per qualche motivo, si sta cercando un nome in lingua straniera, serve una ricerca in più, servono due ricerche in più, per ridurre gli inciampi e proteggere i tuoi prodotti e servizi da parole scelte ingenuamente.

Ora cerca sonder online: scoprirai che è anche il nome di un tipo di sigaretta elettronica. Cosa ne pensi, dopo questa nostra riflessione?

Contattami su WhatsApp per il servizio di Onomaturgia (naming, per dirla all’inglese!) e ci accordiamo per conoscerci!

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Ciao!

Sono Francesca, copywriter e ghostwriter della comunicazione quotidiana. Mi piacciono i profumi artistici, divoro libri e la musica mi calma. Qui ti racconto il Copywriting Relazionale: come scrivere messaggi, e-mail, post, solleciti, documenti ufficiali e altre comunicazioni senza stress, fraintendimenti e perdite di tempo.  

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