Le intenzioni comunicative sono il cardine su cui poggia il copywriting relazionale. Se non hai chiare le tue intenzioni, arrivano i fraintendimenti; se le hai chiare e non sai come esprimerle, arrivano i fraintendimenti.
Cosa sono le intenzioni?
Un’intenzione è il processo di realizzazione di uno scopo. In pratica, mettiamo io mi faccia un caffè: tutto il processo di preparazione, dalla voglia di caffè a quando lo verso in tazzina (tazza grande, ho il vezzo del deca in tazza in grande!) è una sequenza di pensieri e comportamenti che possiamo chiamare intenzione.
Un sinonimo utile: proposito.
Per arrivare a farmi il caffè è necessario io abbia chiaro il risultato. Nel caso specifico, aggiungo che è necessario siano integre le mie facoltà cognitive (memoria, attenzione… ) e fisiche (motorie in primis) affinché sorreggano la mia intenzione.
Funziona allo stesso modo per le intenzioni comunicative
Quando hai chiaro lo scopo e l’obiettivo, attivi una sequenza di parole che comunicano bene, arrivano al punto senza perdite e di tempo e fraintendimenti. Ci sono intenzioni comunicative generali e intenzioni comunicative specifiche. Quest’ultime dipendono dal tipo di comunicazione contingente, quindi mi soffermo qui sulle intenzioni comunicative generali.
Le intenzioni comunicative generali
Le intenzioni comunicative generali più comuni sono:
- Informare
- Richiedere
- Intrattenere
- Coinvolgere
Forse ti sorprenderà scoprire che, molto più spesso del previsto causano fraintendimenti perché si trasformano in:
- Accudire
- Pretendere
- Compiacere
- Manipolare
Ohibò, come mai?
Prima di svelare l’arcano, ti mostro una cosa!
Ti mostro con le parole, naturale! Faccio questo da una vita: credo da quando ho scritto, a sei anni, la storia del ghiro che non voleva essere un ghiro (che fosse autobiografica?).
Senza altro indugio, ti mostro i due macro-sintomi relazionali che emergono da questi fraintendimenti:
Rapporti che si raffreddanno inspiegabilmente
Mah! Andava tutto bene e poi quel cliente o quella cliente smette improvvisamente di comprare, commentare i tuoi post o metterti cuoricini. Oppure una collaborazione inizia a languire o un’azienda fornitrice fa passi indietro, cambia le condizioni costringendoti a rinunciare ai suoi prodotti, non risponde alle tue e-mail.
Rapporti che diventano appiccicosi, pretenziosi, asfissianti…
Le persone diventano dipendenti da te: non è positivo, no! Anche se online ti propinano il valore di creare dipendenza dai tuoi servizi e prodotti, ti assicuro che è un fattaccio pesante! In pratica diventi la persona che deve soddisfare bisogni, sempre. Il carico diventa insopportabile e la richiessta di attenzione altrui opprimente.
Questo mette a rischio la tua attività
Entrambe le situazioni mettono a rischio la tua attività e, prima ancora, il tuo equilibrio emotivo. Tra perdere clienti, collaborazioni e guadagni e trovarti il carico di soddisfare aspettative, finisci con il perdere motivazione e fiducia e, comunque, a oscillare tra “spacco tutto” (nel senso di “sfondare nel settore”Ti facco vedere io, adesso, come emergo nel settore) e “mollo tutto”.
Nel tempo l’usura energetica si nota e potresti non riuscire più a sostenere un business che era partito così bene! Succede, spesso, alle startup.
Perché le intenzioni comunicative si trasformano?
La domanda giusta è: cosa le trasforma?
Le trasforma la scelta delle parole e il modo in cui le accosti tra loro. Diversi accostamenti producono sfumature di significato che, tra le righe, possono portare messaggi lontani dalle intenzioni o esasperare le tue intenzioni comunicative.
La scelta delle parole giuste non dipende solo da un buon vocabolario e dalla tua capacità grammaticale e narrativa. Questi sono ingredienti importanti anche se secondari a… rullo di tamburi… lo stile comunicativo!
Conosci il tuo stile comunicativo
Forse conosci già l’apoftègmo “Conosci te stesso“: lo rivisito per noi con un “Conosci il tuo stile comunicativo“. Quando conosci il tuo stile sai come applicarlo in diversi contesti quotidiani e critici, sai trovare le parole – sempre -, sai sapere come dirlo e scriverlo – sempre -, fai bella figura – sempre – ed eviti di trasformare le tue intenzioni comunicative in trappole relazionali.
Che ne dici? È tempo di conoscere il tuo stile?
Parliamone per scegliere se è il momento giusto per lavorare insieme!