La comunicazione inclusiva è una necessità e un diritto. Vi è, però, la tendenza a confondere comunicazione inclusiva e parità di genere, tanto che quando si parla di inclusività escono sempre e solo riflessioni su asterischi e schwa (ə).
Ti scrivo cosa ne penso.
I simboli per la comunicazione inclusiva
I simboli hanno un merito pazzesco: hanno reso visibile il problema, lo hanno dissotterato da strati di noncuranza.
Tuttavia, hanno sollevato il problema dell’inclusività rispetto al genere e hanno perso il contatto con il resto. Da diversi anni si sa che i simboli escludono, per esempio, chi ha difficoltà di letto-scrittura e le persone più anziane e che possono non essere leggibili per i dispositivi di sostegno alla lettura.
Insomma, sistemiamo la coperta da una parte e sbucano fuori i piedi dall’altra!
Inoltre, a volte, i simboli non sono nemmeno così precisi: considera che il simbolo schwa, tecnicamente, non rappresenta la lettera O.
Come rendere più grande la coperta?
Penso che ci sia un solo modo: pensare, studiare con attenzione il nostro linguaggio e costruire testi con consapevolezza.
Per esempio, lo hai visto l’errore di inclusività che ho fatto qualche riga sopra? Ho scritto “hanno reso visibile il problema”: la metafora non dà attenzione a chi è ipovedente o non vedente.
Ora, penso che sia importante comunicare con naturalezza e ci sta che si usino espressioni comuni simili a quella, anche per evitare di ottenere l’effetto contrario e sottolineare differenze!
In alcuni contesti, tuttavia, è necessario un setaccio più stretto: la scuola, la sanità e i luoghi di legge mi sembrano i tre spazi che, per loro natura, debbono essere più accurati. Sto lavorando moltissimo in questi tre settori in cui è più che importante fare attenzione a:
- Inclusività – tutta -;
- Eccesso di formalità;
- Tecnicismi.
Perifrasi e parole nuove per una comunicazione inclusiva
La coperta della comunicazione inclusiva si fa più grande se impariamo a scegliere parole nuove e a costruire perifrasi che rispettino le variegature, adottino uno stile colloquiale e naturale e sappiano tradurre i tecnicismi.
La comunicazione è un atto creativo, uno studio linguistico: se te ne prendi cura aumenti anche l’eleganza e il prestigio della tua attività.
Tieni con te un dizionario, crea con arte nuove frasi, fai attenzione ai dettagli. E, se la comunicazione inclusiva ti sembra un lavoraccio, facciamola insieme!